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L'oratoriano Virgilio Spada (1596-1662) lasciò per testamento alla Biblioteca Vallicelliana il suo museo costituito da antiquaria sacri e profani, naturalia del mondo minerale, vegetale e animale, instrumenta fisici e astronomici, nonché curiosa, oggetti assimilabili alla categoria dei mirabilia.
Il museo fu conservato nella sua interezza nella Biblioteca fino al XIX secolo, quando la raccolta fu frammentata presso alcuni Istituti romani.
Una significativa parte di essa, oggi denominata "Fondo Spada", è presente ancora tra le raccolte vallicelliane e testimonia il particolare clima filosofico e culturale della Roma del '600.
Degli antiquaria non si posseggono più le medaglie di rame, argento e oro, né gli oggetti paleocristiani appartenuti ad Antonio Bosio. Si custodiscono ancora un buon numero di calchi in gesso e mistura e alcuni frammenti vitrei e ceramici trovati nelle catacombe romane.
Tra i naturalia figurano coralli e fossili, sia vegetali sia animali, e tra gli instrumenta uno splendido orologio solare. Alla categoria dei curiosa appartengono gli oggetti più importanti: le cere di Leone Leoni, di Valerio Belli e una canna di bambù istoriata su disegno di Antonio Tempesta.
(Cfr.: G. FINOCCHIARO, Il Museo di curiosità di Virgilio Spada: una raccolta romana del Seicento. Roma, Palombi, 1999)


 

Virgilio Spada

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